Tratto da Io e Henry di Giuliano Pesce, letto su un treno regionale vuoto alle dieci di un giovedì sera.
“Una volta mi disse: “Le stelle suscitano un sentimento di riverenza perché, anche se sono sempre presenti, al contempo risultano inaccessibili. Tutta la natura dà una simile impressione, se hai la mente aperta alla sua influenza. I fiori, gli animali, le montagne: sono il nutrimento per i nostri sogni”.
Annuii.
”E vogliamo parlare della luna?” incalzò. “Guardala: meravigliosa, magica, l’uomo ci fantastica sopra da sempre. Si poteva pensare che fosse una divinità, che fosse il luogo dove finiscono le cose che la gente perde sulla terra, che fosse abitata da alieni, o anche solo che fosse fatta di formaggio. E adesso ci hanno tolto anche questo!”
”Tolto?”
”Ora sappiamo tutto sulla luna: diametro (3.476 chilometri), distanza media dalla terra (384.400 chilometri), perigeo… eccetera. E soprattutto sappiamo che é un sasso. Non era meglio poterla immaginare popolata da creature che ci guardavano sognando come facevamo noi con loro? Guarda il cielo stellato! Ti lascia senza fiato già così: figurati se non sapessi che sono semplici sassi!”
Io e Henry – Giuliano Pesce