Un viaggio in Turchia, attraverso le complessità del mondo femminile, personaggi inusuali e tutto l’aroma delle spezie di Istanbul…
In La bastarda di Istanbul, Elif Shafak racconta, attraverso i ritratti delle donne della famiglia Kazanci, una Istanbul dai mille volti e contraddizioni rappresentate da due destini che si incrociano: quello di Asya, turca, e quello di Armanoush, di madre americana e di padre armeno.
Asya, 19 anni, è cresciuta ignorando l’identità del padre, in una casa di sole donne, è ribelle e piena di rabbia, adora gli esistenzialisti francesi e il cantante Johnny Cash. Passa interi pomeriggi al Cafè Kundera a discutere con un gruppo di personaggi dai soprannomi stravaganti come il Fumettaro dipsomane con il quale si troverà a intessere una relazione sentimentale.
Petit Ma, è la matriarca della famiglia Kazanci, vengono poi nonna Gülsüm e le figlie chiamate da Asya indifferentemente “zie” compresa Zelhia, la madre, una donna spregiudicata, dai lunghi capelli neri che indossa minigonne vertiginose e tacchi a spillo e sfoggia un piercing al naso. Ha un salone di tatuaggi e porta dentro di sé un angosciante segreto che non può condividere, Banu, devota di Allah e chiaroveggente sempre in contatto con la Signora Dolce e il Signor Amaro, due jinn che la introducono alla scoperta del segreto di Zelhia e dei misteri del passato legati allo sterminio degli armeni. Ci sono poi Cevriye, insegnante di storia nazionale e Feride appassionata di catastrofi ed esperta di questioni mediche. L’unico maschio di famiglia, Mustafà, il sospirato e viziato erede maschio è stato mandato dalla madre a Tucson, in Arizona ai tempi dell’università, forse per sfuggire al destino che sembrava incombere sui maschi della famiglia Kazanci.
Armanoush è coetanea di Asya ma è cresciuta in Arizona, divisa tra due mondi: quello americano della madre Rose e la famiglia armena del padre, sopravvissuta alle tragedie e ai massacri del 1915 e decisa a salvaguardare le tradizioni del proprio popolo.
Armanoush è appassionata di letteratura e, con il nome di Madame Anima Esiliata, ama intrattenersi in una chatroom, il Cafè Costantinopolis, frequentato, tra gli altri, da americani di origine armena e popolato da personaggi pittoreschi come il Barone Baghdassarian. La ragazza decide di andare in Turchia, ospite della famiglia del patrigno, i Kazanci, alla ricerca delle proprie origini armene e, in questo modo, conosce Asya, scopre il passato che unisce le loro famiglie, crea una profonda amicizia e vede affievolirsi gradualmente il suo odio nei confronti di turchi, che provava fin da bambina e che vive in lei grazie ai ricordi di nonna Sushan.
Impossibile non identificarsi nelle protagoniste, giovani donne complicate e coraggiose, come è irresistibile il desiderio di scoprire Istanbul, le sue strade, la sua gente, i suoi profumi, le sue spezie alle quali sono intitolati 17 dei 18 capitoli del romanzo. Si tratta di una storia che si legge tutta dun fiato, che vibra di sentimenti e che nasconde misteri che vengono alla luce piano piano.
Un romanzo da consigliare a chi è tornato da Istanbul carico di nostalgia e a chi desidera intraprendere un viaggio in un luogo magico e carico di storia.
Titolo: La bastarda di Istanbul
Autore: Elif Shafak
Editore: Rizzoli
Anno: 2007