A. I. Barrett. L’amore è potere, o almeno gli somiglia molto

Si chiama L’amore è potere, o almeno gli somiglia molto il libro dello scrittore nigeriano A. Igoni Barrett. È un libro perfetto da leggere in autunno; una raccolta di racconti che possono farci compagnia anche per brevi pause di lettura quotidiana.

Igoni Barrett si è imposto sulla scena della letteratura nigeriana, insieme ad autori più famosi come Chiamamanda Ngozi Adichie, grazie al romanzo Culo nero. Il romanzo narra la storia di un uomo di colore che si risveglia tutto ad un tratto con la pelle bianca ed è costretto ad affrontare la “diffidenza” della sua comunità d’origine.

Il libro ha inaugurato la nuova stagione di presentazioni di libri e autori alla vineria-libreria La Confraternita dell’uva di Bologna lo scorso dieci Settembre. Tutti i racconti, selezionati tra moltissimi altri scritti dall’autore, hanno in comune il fatto di parlare di amore sotto le accezioni più ampie del termine ed essere ambientati in un paese fittizio della Nigeria di nome Poteko. Le storie sono originali e i dialoghi farciti di idiomi locali. Come spiega Barrett nell’intervista fatta a Bologna, il suo intento è quello di permettere a propri connazionali, anche quelli non appartenenti alla classe media, di avvicinarsi attraverso il gergo alla sua scrittura e poter rivedere i luoghi di origine attraverso le peculiarità di quei territori. L’intento di Barrett, nato e cresciuto nella minoranza di popolazione appartenente alla classe media istruita, è di arrivare anche a chi non appartiene a tale classe.

Si tratta di uno scrittore politico, dunque? Sicuramente no. A questa domanda Barrett risponde con fermezza. Essere uno scrittore politico significa scrivere storie che possano muovere le coscienze, dice, mente lui si limita a raccontare quello che vede o immagina usando le parole più belle e più appropriate.

Perché ha scritto tanti racconti in questi anni? Lo scrittore sorride e poi ammette che si tratta di un “esercizio”: provare a incarnare tanti tipi di voci fino a trovarne una propria e originale. Una ricerca tipica di chiunque ami scrivere e che Barrett ha seguito alla lettera come da miglior manuale di scrittura creativa.

Dopo poco siamo finiti in un ingorgo. Se non lo sapete, a Lagos è una cosa normale, anche adesso che abbiamo la Lastma. Era uno di quegli ingorghi brutti, ma l’aria condizionata rinfrescava bene, perciò no, per me non c’erano problemi. Su uno dei sedili dietro di me c’era una bella donna gialla che parlava tra sé e sé. Stava dicendo che era un bel guaio, che la gente l’aspettava a negozio e che aveva la batteria del cellulare scarica, perciò non poteva chiamare nemmeno per dire che stava arrivando. Mi ha fatto pena. Era una donna davvero bella. Ecco, ve la descrivo, così potete capire che tipo di persona era.”

Tratto dal racconto: Il mio problema dell’alito cattivo.

Capodanno 1983. L’esercito prese il potere ancora una volta. […] Ma questo regime, si capì presto, era diverso dagli altri che lo avevano preceduto. I suoi leader, come tutti i soldati, credevano nel diritto del più forte. Provavano una profonda repulsione per il malcostume, l’indisciplina e per ogni forma di opposizione. Avevano poche considerazioni dei civili. Adoravano invece le imprese e le espressioni erculee, come <<ripulire le stalle di Augia della nostra grande nazione>> e <<distruggere l’idra della corruzione>>. […] È un anno nuovo, una nuova era, pensavano i cittadini, che decisero in massa di appoggiare il regime.

Tratto dal racconto: Godspeed e Perpetua.