Oggi vi raccontiamo di una serie tv che è subito diventata un fenomeno virale: Stranger Things. Per chi come noi ha vissuto gli anni ’80, è come un viaggio nel tempo, un ritorno all’infanzia-adolescenza attraverso le atmosfere magistralmente ricreate dai fratelli Duffer, ideatori e produttori della serie. Chi a quell’epoca non ha scorrazzato con una bici BMX, comunicato con gli amici attraverso i walkie talkie, passato interi pomeriggi nelle sale giochi a sfidarsi a Dragon’s Lair e danzato sulle note di Time after Time di Cyndi Lauper o Every Breath you Take dei Police, colonna sonora del Ballo d’Inverno nel finale della seconda stagione?
Stranger Things
USA 2016 – in produzione
Genere: fantascienza, horror, fantasy, thriller
Regia di Matt e Ross Duffer
Con: Winona Ryder, David Harbour, Finn Wolfhard, Millie Bobby Brown
Impossibile non notare l’esplicito richiamo a Stand by me di Stephen King che si è dichiarato entusiasta della serie.
Il tema portante è sicuramente l’amicizia, quella reale e non virtuale, alimentata da una frequentazione su base quotidiana, dalla condivisione di interessi comuni, basti pensare alle infiniti pomeriggi trascorsi dopo la scuola a giocare a D&D (Dungeons & Dragons), e da valori quali la sincerità (Friends don’t lie) e l’accettazione del diverso, inteso come colui che si dissocia dagli stereotipi e trova il coraggio di esprimere la propria indivi dualità e peculiarità. Allegoria del male latente insito nella società, a prescindere dall’epoca storica, è l’ Upside down (Il sottosopra), così spaventoso proprio per la sua prossimità e la labilità dei suoi confini con il nostro mondo. L’apertura della “porta” avvenuta durante un esperimento governativo top secret sfuggito di mano, innesca un meccanismo di insabbiamento e omertà sui reali scopi delle ricerche svolte all’interno del bunker laboratorio negli anni della Guerra Fredda.
Protagonista indiscussa della serie è la colonna sonora, tipicamente anni ’80 con pezzi degli Smiths, dei Joy Division, dei Police e ovviamente dei Clash: Should I stay, Should I go, eco di un contesto cupo e inquietante, non vi abbandonerà per giorni.
Over and out,
Alex e Magda