“Credo che la mia vita e i miei problemi di allora, eccetto forse il lavoro che svolgevo, fossero in realtà molto simili a quelli di chiunque altro. In un lampo ero diventato anch’io uno di quegli uomini che i bambini chiamano “zio”, o addirittura “signore”: ero un adulto. E così oggi mi affretto a prendere carta e penna e tornare ai ricordi di quando ero giovane. Non solo un’età preziosa per me, ma un’epoca di grandissima importanza per la storia taiwanese”.
“I miei anni ’80 a Taiwan” è la graphic novel in cui Sean Chuang, fumettista e regista taiwanese, racconta attraverso aneddoti e immagini, alcuni episodi della sua vita accaduti in un arco di tempo che si estende dal 1976 al 1990. Già dalla premessa si può intuire che sia tratti una sorta di doppia biografia , quella dell’autore stesso e quella della nazione a cui appartiene, fotografata in anni fondasmentali per il suo sviluppo.
Il mio consiglio, prima di iniziare la lettura, è di dare un’occhiata alla cronologia comparata presente alla fine del volume per farvi un’idea di ciò che accadeva in quell’epoca a Taiwan e nel resto del mondo. Io l’ho trovata utilissima per comprendere meglio i fatti narrati.
L’ opera è suddivisa in capitoli, ognuno dedicato a un momento particolare, sfogliando le pagine si ha l’impressione di aprire una scatola dei ricordi.
Sean Chuang ci parla della scuola, focalizzandosi, ora su aneddoti prettamente adolescenziali, ora sul rigore delle regole imposte dagli Istituti in fatto di disciplina, studio e immagine. Ci illustra le mode dell’epoca, raccontando dell’avvento di Mazinga e degli altri robottoni giapponesi e soffermandosi su quanto, da bambino, avesse desiderato possedere uno di quei giocattoli costosi.
Analizza la baseball mania, alimentata dal fatto che i giovani giocatori taiwanesi stessero ottenendo ottimi risultati in questo sport per poi passare ad un excursus sulla breack dance senza mai tralasciare i forti condizionamenti imposti alla popolazione dalla legge marziale. Per gli amanti del genere, segnalo la presenza di un intero capitolo dedicato a Bruce Lee e a quanto la sua figura abbia rappresentato un modello per i ragazzini taiwanesi.
Il fatto che Sean Chuang sia anche regista conferisce alle sue illustrazioni uno stile cinematografico, molto coinvolgente per il lettore. I suoi persoonaggi infatti sembrano sempre in movimento.
Ho apprezzato molto anche i tre testi finali, rispettivamente a cura dei registi Ko I-Chen e Chen Yuxun e del giornalista Huang Weirong perchè mi hanno offerto ulteriori spunti e chiavi di lettura. Huang Weirong, in particolare, apre una finestra sul panorama musicale degli anni ’80, definendolo un momento cruciale per lo sviluppo della musica pop. Basti pensare che la nascita della Rock Records, oggi la più grande casa discografica indipendente dell’Asia, risale al 1980.
Huang Weirong cita alcuni brani, consigliandone l’ascolto ai lettori.
Se siete curiosi vi lascio un paio di link:
Happy Paradise eseguita da tutti i cantanti della Rock Record durante il concerto di capodanno del 1986
The Spirit of Life Jonathan Lee, album solista, 1986
“I miei anni ’80 a Taiwan”, Sean Chuang – Add Editore