(Articolo a cura di Maria Antonietta Potente, pubblicato su Le Buone Notizie – Anno XVI n° 4, Aprile 2019).
“O si è un’opera d’arte, o la si indossa” scriveva Oscar Wilde.
L’alternativa prospettata nelle parole del celebre esteta sembrerebbe assoluta, tuttavia fu sfatata da Giovanni Boldini, noto pittore e ritrattista ferrarese, che vestendo di stile le sue opere, realizzò un connubio perfetto tra moda e arte.
Insofferente alla vita di provincia e sensibile al fascino dell’eleganza, il giovane Boldini lasciò Ferrara, la città in cui nacque nel 1842, per intraprendere il suo percorso artistico a Firenze, dove studiò all’Accademia di Belle Arti e maturò il suo stile sotto l’egida dei Macchiaioli.
Visse a Londra, approdando infine negli eleganti salotti mondani di Parigi, città edonista e voluttuosa, in cui elaborò una formula ritrattistica dal gusto raffinato, che attraverso la ricercatezza degli abiti esaltava la rappresentazione delle sue modelle.
La moda, anima sofisticata e specchio della contemporaneità, tra fine ottocento e inizi del novecento esprimeva l’immagine fervente del cambiamento e Boldini seppe coglierne l’essenza fondamentale in grado di influenzare generazioni di fotografi, stilisti e costumisti del XX secolo: da Christian Dior a Cecil Beaton, da John Galliano ad Alexander McQueen fino a Giorgio Armani.
I suoi dipinti segnarono la magnificenza folgorante della Belle Époque, attraverso organze, velluti, taffetà tagliati da una nuova generazione di couturier, quali Worth, Doucet, Poiret e le Sorelle Callot, nelle fascinose rappresentazioni di donne dalla pelle candida, dagli arti lunghi e sinuosi. Non solo dame abbigliate, ma ritratti psicologici di una società volubile e leggendaria. Dalla principessa Eulalia di Spagna a Cléo de Mérode, da Lina Cavalieri, a Consuelo Vanderbilt, alla scrittrice e giornalista Gertrude Elizabeth Blood, quest’ultima, meglio nota come Lady Colin Campbell. Nella indipendente e colta figura di Elizabeth, Boldini individuò il modello di un’emancipazione femminile imminente e determinata, imprimendone sulla tela l’essenza sapiente, ribadita dalla vivacità dello sguardo diretto e dalla posa sostenuta ma disinvolta, elegantemente definita dal nero vibrante di un abito decorato con un mazzo di rose sull’ampia scollatura.
Donne avvenenti e mitiche, pronte a consegnarsi all’immortalità, sono dunque le protagoniste ritratte dal noto pittore ferrarese e oggetto della mostra “Boldini e la Moda” allestita dal 16 febbraio al 2 giugno a Ferrara, nel magnifico Palazzo dei Diamanti.
L’esposizione, che mira in particolare a relazionare arte, moda e letteratura della Belle Époque, è divisa in sezioni tematiche, patrocinate dalle note asserzioni di letterati, quali Oscar Wilde, Baudelaire, Proust, D’Annunzio, che decantano la grandezza della moda, concepita come forma d’arte.
Insieme ai ritratti di Boldini, colmi della sferzante fugacità dell’alta moda parigina, il percorso espositivo, di oltre cento opere, mette insieme alcuni dipinti di Degas, Manet, Sargent, Whistler, Seurat, Blanche ed Helleu, meravigliosi abiti d’epoca, oggetti di pregio, e libri di fine ottocento, come l’edizione originale di Salomé di Oscar Wilde o la prima edizione di The Portrait of London di Henry James.
Il ritratto di un’epoca fascinosa dunque, permeata dal culto di un tempo intenso e sfarzoso, la raffigurazione mitica di una società sfavillante, immortalata con classe e leggerezza in rappresentazioni che seppero determinare gli stili e le tendenze glamour del XX secolo.
Per informazioni: http://www.palazzodiamanti.it/1/home