Sono finalmente riuscita ad andare al cinema a vedere Il Prigioniero coreano, l’ultima pellicola di Kim Ki-Duk, arrivata in Italia a due anni dall’uscita e dopo il passaggio in diversi festival internazionali.
Il prigioniero coreano
Drammatico – Corea del Sud 2016 – durata 114 minuti.
Regia: Kim Ki-Duk.
Con: Ryoo Seung-Bum, Lee Won-Geun, Choi Gwi-Hwa, Jo Jae-Ryong, Won-geun Lee.
In un momento storico in cui la problematica delle due Coree è quanto mai attuale, grazie ai segnali di apertura, Il prigioniero coreano mette in luce le ferite causate dal lungo periodo di tensione politica incarnate dall’odissea di Nam Chul-woo, un povero pescatore nordcoreano. L’uomo, a causa di un guasto al motore della sua imbarcazione, sconfina in acque territoriali sudcoreane e per questo viene arrestato con l’accusa di essere una spia dei comunisti. Non c’è torto o ragione, solo due realtà agli antipodi e, da entrambe le parti, la convinzione di essere nel giusto. Proprio da questo principio deriva il paradosso che fa sì che il protagonista venga spogliato dei diritti civili, sottoposto a estenuanti interrogatori e torturato sia in Corea del Sud sia una vota tornato in patria in quanto considerato una spia nemica.
Il prigioniero coreano: Trailer originale