Eccoci al secondo appuntamento con il nostro nuovo progetto: “Le librerie si raccontano”, dedicato alle librerie fisiche e indipendenti.
Perché abbiamo fatto questa scelta? Perché riteniamo che le librerie fisiche siano un presidio culturale imprescindibile quindi
abbiamo deciso di dare voce ai librai e lasciare che siano proprio loro, attraverso le risposte a cinque domande, a raccontare ai lettori il valore aggiunto che deriva dal privilegiare una libreria fisica e indipendente.
Questa volta a rispondere alla nostra chiamata sono stati Ambra e Pablo, librai e fondatori di Libreria Sette Volpi, libreria indipendente di Bologna. Ecco le risposte che hanno dato alle nostre domande.
1. Qualche informazione su di voi. Chi siete, da quanto tempo è aperta la libreria, perché avete scelto proprio questo quartiere.
Siamo Ambra e Pablo, due trentenni accolti a braccia aperte da una città che non ci ha lasciati andare via dopo l’università; nasciamo come colleghi in un lavoro impiegatizio, poi diventiamo amici e ora – da quasi un anno – siamo diventati soci nel lavoro dei sogni, che speriamo diventi presto l’unico lavoro. Abbiamo scelto la Bolognina per due fattori molto semplici: viviamo entrambi qui e in Bolognina mancava una libreria indipendente da molti anni (chi dice 20, chi dice 30). La Bolognina ha un valore storico/politico molto importante per la città e nel corso degli ultimi anni si sta trasformando, nel bene e nel male. Da un lato è vittima di una gentrificazione selvaggia, dall’altro continua ad essere terreno fertile per associazioni e movimenti dal basso. Nel nostro caso specifico, praticamente da quando abbiamo aperto collaboriamo con la giovanissima associazione Bolognina Collettiva che ha messo radici alla Casa di Quartiere Fondo Comini; molte nostre iniziative le facciamo proprio lì grazie alla loro ospitalità e al loro supporto.
2. Quali sono le principali tematiche che avete deciso di portare in libreria? In quali settori siete specializzati?
La libreria Sette Volpi si sviluppa attorno a tre temi fondamentali: diritti, educazione, migrazioni; da quando abbiamo aperto – quindi – stiamo declinando queste tre tematiche in tutte le loro sfaccettature. Chi entra da Sette Volpi sente subito una certa atmosfera sociale e politica che si respira attraverso le pagine dei libri che proponiamo. Cerchiamo di avere un occhio attento alle minoranze e alle cosiddette diversità: accanto allo scaffale lgbtq+ c’è quello sui femminismi, nella stessa zona trovi libri filosofici, politici, sociali, anarchici, libri aperti sul mediterraneo e sul mondo che sta cambiando. Poniamo la stessa attenzione anche nella scelta degli albi illustrati per l’infanzia, in modo che questi pilastri cardine abbraccino i vari ripiani a 360 gradi e dalla più tenera età.
Non mancano i libri in lingua: dalle classiche lingue europee al cinese fino al mondo franco-arabo; ultimamente abbiamo integrato con una piccola selezione di libri in bengalese.
3. Perché un lettore dovrebbe preferire una libreria indipendente a una grande catena o ad Amazon? Qual è il valore aggiunto?
Realtà grandi, corporative, come le grandi catene o Amazon, sono soggette a delle regole ferree di cui la fantomatica “bolla editoriale” spesso è complice, quando non artefice: velocità, proposte sempre nuove, martellamenti pubblicitari estenuanti (dove la qualità non sempre corrisponde alle aspettative). A costo di farla sembrare una frase banale la diciamo lo stesso: in una libreria indipendente il tempo si ferma. Abbiamo aperto Sette Volpi per crearci un rifugio dal primo lavoro e una via d’uscita dalla vita di tutti i giorni, quindi vogliamo che rappresenti questo anche per chi entra da noi a cercare un libro. Se non sai cosa vuoi ti lasciamo curiosare senza essere invadenti, se vuoi un consiglio hai la nostra piena disponibilità. Nel corso di questi mesi, molti clienti sono diventati amici e ci perdiamo volentieri in chiacchiere. Ecco il valore aggiunto: parlare di libri nei tempi giusti e con la curiosità necessaria a volerne sapere sempre di più di quel titolo, di chi l’ha scritto, di quella casa editrice; proprio per questo abbiamo cercato di far partire subito il gruppo di lettura, ci ritroviamo una volta al mese e i partecipanti aumentano a vista d’occhio!
4. Che consigli dareste a qualcuno che desiderasse aprire una libreria? I pro e i contro.
I primi consigli che ci sentiamo di dare a chi volesse aprire una libreria sono soprattutto di carattere pratico e sono gli stessi che hanno dato a noi: armarsi di tanta tanta pazienza per tutti gli aspetti burocratici e mettersi in testa che – per quanto si parli di un’attività stupenda – si tratta pur sempre di una piccola azienda; scegliere un* buon* commercialista fin da subito, se ha già esperienze con le librerie meglio ancora; non avere paura di rischiare e di fare domande e di inviare e-mail anche alla casa editrice che sembra la più intoccabile in assoluto; fare rete con le altre librerie, chiedere consigli, aprire occhi e orecchie e diventare delle spugne, iniziare una nuova attività vuol dire imparare un nuovo mestiere, spesso da zero. Esistono anche diversi corsi per librai, ma non avendo potuto ancora frequentarli non sapremmo quale consigliare in particolare. Ultimo, ma non ultimo, avere un business plan (o almeno un’idea dei costi iniziali e del primo anno) e in ogni caso partire con le spalle coperte a livello economico: come tutte le attività commerciali, prima di generare del profitto potrebbero passare almeno tre anni.
Il lato positivo è tutto il resto: stare tra i libri, lavorare in mezzo alla gente, diventare un piccolo punto di riferimento per il quartiere, avere la possibilità di leggere potenzialmente tutto ciò che ci piace (e anche qualcosa che non ci piace, a volte tocca). Già dopo questo primo anno di attività, nonostante la stanchezza dovuta principalmente ai due lavori portati in parallelo, possiamo dire che aprire un libreria può dare moltissime soddisfazioni; si impara strada facendo, ci sono alti e bassi, si commettono errori ma si scoprono anche cose nuove e si ha la libertà di gestire il proprio lavoro.
5. I consigli del libraio. Tre titoli, i preferiti di sempre.
In Patagonia di Bruce Chatwin (Adelphi), per gli amanti dei viaggi (veri o immaginari); un libro pieno di aneddoti e di avventure tra realtà e mistificazione. Davvero una lettura appassionante.
Non sono stato io! di Daniela Marchitto ed Erica Borgato (Lapis), qua giochiamo in casa perché l’ha scritto la sorella di Pablo… ma è davvero bello! Un albo illustrato (quasi) muto dalla forma allungata e un matto mistero da risolvere nella giungla!
Il giovane Holden di JD Salinger (Einaudi), perché è un classicone a cui non riesco a rinunciare; c’è un po’ di Holden in ognuno di noi, anche se a volte non vogliamo ammetterlo.
Libreria Sette Volpi
Via Luigi Serra, 2/e, 40129 Bologna.
Mar-Ven 16-20
Sabato 10-20 (Pausa pranzo 13-15).