Bologna, 27 Marzo 2020
Disgiunte le strette,
con palmi vuoti
ci annidiamo,
nel muto attraversare
dei nostri giorni sospesi.
In un respiro singolare,
dove Natura
recita il suo verso
e il tempo,
goccia a goccia,
ricolma la nostra attesa.
È alto il cielo sul silenzio,
profondi d’ombra
i portici e gli androni,
l’eco del primo sole
rimanda agli animi il coraggio,
sul ciglio di una guerra oscura.
E tutto intorno,
al vuoto di un cortile
danzano i ballatoi
di musica e speranze,
mentre bardati guerrieri
preservano Vita.
Vita.
Irrompe il merlo canterino
nella pace dell’uomo smorzato,
sul paesaggio placido,
mentre libera, la luce galoppa sull’asfalto.
Maria Antonietta Potente