“Ai tempi delle scuole femminili, quando le capitava di passare la notte con alcune compagne a fantasticare sui rispettivi principi azzurri, lei diceva soltanto: «Basta che sia un ragazzo dei villaggi militari», senza tutte quelle pretese delle amiche su educazione, gruppo sanguigno, statura, segno zodiacale e situazione economica.”
Nel My chinese box di oggi vi parlo di “Nostalgia dei miei fratelli dei villaggi militari”. E altri racconti, di Zhu Tianxin, una raccolta di racconti edita da Orientalia all’interno della collana Sinestesie.
Nel racconto che da il titolo alla raccolta, si percepisce l’elemento spiccatamente autobriografico, infatti l’autrice stessa, figlia di un colonnello dell’esercito nazionalista nasce e cresce in un villaggio militare nella parte meridionale di Taiwan. Questo particolare contesto legato agli anni di formazione e comune a tutti i ragazzi figli di veterani e cresciuti nei villaggi (agglomerati abitativi originariamente costruiti per ospitare i militari continentali nazionalisti e le loro famiglie che si ritirarono a Taiwan alla fine della guerra civile), è stato determinante nella formazione di Zhu Tianxi, andando così a costituire un tratto distintivo della sua scrittura.
La perdita e la ricerca di una propria identità, anche quella di genere come in “Storia di farfalle di primavera”, la memoria e lo spaesamento sono le tematiche che legano tra loro i diversi racconti in una sorta di filo rosso immaginario.
Nel racconto “Cronaca di una morte annunciata” che ho trovato particolarmente interessante e dal quale emergono aspetti del variegato background culturale dell’autrice, quest’ultima ci parla di vita, di morte e di persone che la conoscono meglio delle altre attraverso il concetto di “anime vecchie”, cioè individui “passati attraverso diverse reincarnazioni che, per qualche motivo, hanno dimenticato di bere il tè dell’oblio della dea Mengpo o che non sono state sfiorate dall’angelo del Talmud o che si sono bagnate invano nel Lete, il fiume dell’oblio della mitologia greca.”
Nel racconto“L’epica del del popolo dei canguri” invece dipinge un vivido e crudo spaccato di vita della condizione della donna.
“I mariti e i parenti disperati dicono di non aver notato alcun intento suicida , che non può essere andata così, e chiedono alla polizia di indagare sull’omicidio. Tuttavia, è certo! Hanno fatto tutto loro! Le donne del popolo dei canguri! E ancora continuano…”
Ho trovato utilissima la presenza della Postfazione in quanto mi ha fornito un quadro storico e una serie di elementi che mi hanno permesso di comprendere a pieno luoghi e personaggi, collocandoli nel contesto appropriato. Se non siete troppo ferrati sugli avvenimenti storici di questi anni, il mio consiglio è quello di iniziare la lettura proprio dalla Postfazione.
Vi lascio il link al sito della casa editrice: Orientalia
“Nostalgia dei miei fratelli dei villaggi militari. E altri racconti”, Zhu Tianxin – Orientalia
Sinossi
Probabilmente chi non è vissuto in un villaggio militare o è nato dopo gli anni Sessanta, taiwanese o continentale che sia, non può capire. Molti ragazzi dei villaggi (soprattutto di quelli grandi in cui c’era il mercato, l’emporio, il negozio d’alimentari, la scuola…) arrivavano fino ai vent’anni, ossia fin quando andavano a studiare all’estero o partivano per il servizio militare, senza aver mai conosciuto un taiwanese, a eccezione di quei pochi che avevano la madre nativa e trascorrevano le vacanze dai nonni materni, e di chi aveva in classe un compagno originario dell’isola e ne diventava amico. Per anni, gli unici taiwanesi che le mamme continentali videro erano quelli dei banchi del mercato, perciò per loro i taiwanesi nativi si dividevano in due tipi: chi era nel commercio e chi no.