Francesco Amante è un imprenditore bolognese di fama internazionale, la sua azione di supporto e valorizzazione del Patrimonio Culturale è stata riconosciuta e insignita dal Presidente della Repubblica Ciampi, che gli ha conferito l’onorificenza di “Commendatore per meriti alla Repubblica”.
Libri&Co lo ha intervistato in occasione del suo sostegno al progetto di restauro e di ricollocazione dell’opera di Giuseppe Romagnoli, L’Amor Patrio e il Valore Militare, nella sua sede originale sulla facciata di Palazzo d’Accursio in Piazza Maggiore.
Francesco Amante, lei ha promosso e finanziato l’installazione dell’opera di Flavio Favelli presso il Pantheon della Certosa o il grande lampadario “Casagrande” di ZimmerFrei all’ingresso della Cineteca di Bologna. Ha prestato e donato opere d’arte al Museo Mambo, ha sostenuto il progetto di restauro dei portici di San Luca. Come nasce la passione che diventa impegno sociale per l’arte?
Ho nutrito da sempre un forte senso del bello, un profondo amore per lo stile. In particolare negli anni ‘80 ero presidente di una catena di abbigliamento di alto livello e organizzavo eventi culturali per le aziende, a Palazzo Grassi. L’impegno sociale dunque, è nato oltre che dalla passione per l’arte, dalla mia professione. Ho cominciato finanziando l’istallazione di Flavio Favelli presso il Pantheon della Certosa. Inoltre compravo e vendevo quadri e opere d’arte contemporanea. Quando è sorto il Mambo ho deciso di non accatastare più i miei quadri in magazzino, ma di donarli al museo.
Prossimamente riceverà la Turrita d’Argento da parte del Comune di Bologna “per aver onorato con la sua attività professionale e pubblica la città”. Qual è il suo legame con Bologna?
Ho iniziato la mia attività professionale non per conoscenze ma per interesse e spirito d’iniziativa. Devo molto a Bologna e sento di voler restituire qualcosa a questa città, in cui sono nato, e che mi ha reso particolarmente fortunato.
Dopo 75 anni le statue di Giuseppe Romagnoli, L’Amor Patrio e il Valore Militare, torneranno a ornare l’ingresso principale di Palazzo d’Accursio in Piazza Maggiore. Può dirci qualcosa sul progetto di restauro e di ricollocazione da lei finanziato?
È nato nel 2012, quando Mauro Felicori mi mostrò i due altorilievi bronzei, abbandonati nel cortile dell’Accademia delle Belle Arti. Sono rimasto impressionato dalla straordinaria bellezza di questi capolavori e ho desiderato fortemente che fossero restituiti al loro splendore originario. Ho cominciato a interessarmi alle possibilità e alle modalità di ricollocazione e restauro. Quest’ultimo sarà eseguito dalla ditta Leonardo, la stessa impresa altamente qualificata che ha lavorato al rifacimento della Fontana del Nettuno di Giambologna. Parteciperò io stesso ai lavori di ripristino, mettendo mano all’opera e dando un contributo attivo al rifacimento. Alla fase di restauro seguirà quella di ricollocazione presso l’ingresso principale di Palazzo D’Accursio su Piazza Maggiore; la ditta Zecchini si occuperà del fissaggio dei bronzi alla parete.
Cosa rappresenta quest’opera, a livello artistico e commemorativo, per la città di Bologna?
È una rilevante testimonianza storica e artistica di un capolavoro considerato tra le più alte espressioni del Liberty in Italia.
Il monumento fu realizzato dallo scultore bolognese Giuseppe Romagnoli e venne eretto come tributo della città a Re Umberto I, grande sostenitore degli ideali democratici, che aveva visitato Bologna in occasione della liberazione dagli austriaci e che fu brutalmente assassinato a Monza.
Nel 1943 l’ordinanza della Repubblica di Salò dispose lo smantellamento di tutte le insegne e i monumenti innalzati per la casa regnante. I due bronzi furono quindi trasferiti presso la Villa delle Rose e successivamente depositati nel cortile dell’Accademia delle Belle Arti. Insieme alla ricollocazione dei bronzi sarà ricostruita anche la lapide, distrutta dai “repubblichini”, che inneggiava al re.
Quali sono le sue più grandi passioni oltre all’arte?
Ho un profondo interesse per i motori. Organizzo competizioni di valore internazionale e ho riportato in vita gare come la “Bologna-San Luca”, dopo 46 anni di inattività e la “Bologna-Raticosa” che non si correva da 36 anni. Gareggio anche io, ho vinto quattro campionati di velocità in salita per auto storiche.
Lei è un imprenditore conosciuto a livello internazionale con una brillante carriera. Come concilia la sua attività professionale con il suo impegno sociale?
Applico il mio spirito imprenditoriale alla mia passione per l’arte. Opero nell’impegno sociale e nella professione allo stesso modo.
Bologna è tra i comuni italiani più attivi a livello culturale. In base alla sua esperienza e al confronto positivo con questa città, quali consigli darebbe e quali sono, secondo lei, i provvedimenti che la Pubblica Amministrazione dovrebbe adottare su tutto il territorio italiano per valorizzare e promuovere la tutela del Patrimonio Culturale?
Io suggerirei sostanzialmente due cose. A mio parere, come dicevo prima, bisognerebbe innanzitutto concepire il Patrimonio Culturale con spirito imprenditoriale. Capire che l’arte in Italia aumenterebbe in misura notevole il prodotto interno lordo. Valorizzare e proteggere i beni culturali e allo stesso tempo favorire i servizi e i contesti che gravitano intorno all’arte, avendo cura del dettaglio.
In secondo luogo è necessario creare un cordone ombelicale tra apparato pubblico e imprenditoriale. La Reggia di Caserta rappresenta, ad esempio, una valida testimonianza di questo modo di operare. Io spero, nel mio piccolo, di aver compiuto un primo passo in tal senso.
Libri&Co ringrazia l’imprenditore Francesco Amante per la disponibilità dimostrata e ricorda ai propri lettori che la cerimonia di ricollocazione dell’opera di Giuseppe Romagnoli è prevista il 4 ottobre prossimo, in occasione della festa del Patrono di Bologna, San Petronio.