L’11 settembre 1885 nasceva a Eastwood David Herbert Lawrence, scrittore, poeta, drammaturgo e saggista inglese. Fu uno dei grandi innovatori della narrativa anglosassone insieme a V. Woolf e Joyce, ma a differenza di quest’ultimo prediligeva l’ispirazione creativa alla forma stilistica. La conoscenza non era per Lawrence conoscenza intellettuale, ma sensibilità, certezza istintiva, viscerale “strana, oscura, appassionata”. Scrisse in Italia il suo romanzo più celebre, destinato a suscitare grande scalpore, L’amante di Lady Chatterley (1928), da cui emerge la sua ostilità verso l’industria estrattiva, colpevole di aver disumanizzato il padre minatore e distrutto l’idilliaca campagna inglese. Meno note dei suoi romanzi sono le poesie, di cui rimangono dodici brevi raccolte, riunite nel 1928 dallo stesso autore in un’unica antologia, intitolata The Collected Poems. Anche nella produzione poetica si avverte, come nei romanzi, un desiderio di ribellione contro gli schemi del mondo intellettuale e della società borghese. Contrasto che si oppone a una dimensione estetica e si riversa nello stile aspro dei versi, legato a figure immediate e vere.
In barca
Vedi le stelle, amore,
Ancor più chiare nell’acqua e splendenti
Di quelle sopra a noi, e più bianche
Come ninfee!
Ombre lucenti di stelle, amore:
Quante stelle sono nella tua coppa?
Quante riflesse nella tua anima?
Solo le mie, amore, le mie soltanto?
Guarda, quando i remi muovo,
Come deformate s’agitano
Le stelle, e vengon disperse!
Perfino le tue, lo vedi?
Rovesciano le stelle le acque
Acque povere, inquiete, abbandonate…!
Dici, amore, che non viene scosso il cielo
E immobili son le sue stelle?
Là! hai visto
Quella scintilla volare su di noi? Le stelle
In cielo neanche son sicure.
E di me, che sarà, amore, di me?
Cosa sarà, amore, se presto
La tua stella fosse lanciata sopra un’onda?
Sembrerebbero le tenebre un sepolcro?
Svaniresti tu, amore, svaniresti?
(David Herbert Lawrence)