Immaginate di essere in uno di quei momenti della vita in cui sentite la necessità di un cambiamento, ma come spesso accade in questi casi, non avete ancora individuato una direzione. Fate fatica a discernere ciò che potrebbe fare al caso vostro e state lì sperando che la soluzione arrivi dal cielo! Immaginate di entrare in una biblioteca di quartiere, è lì da sempre ma voi non l’avevate mai notata. Cercate di approfondire una qualche questione che in quel momento vi sembra essenziale e vi imbattete in una strana bibliotecaria a cui chiedere informazioni. Questa signora dall’aspetto un po’ misterioso e oscuro fa una ricerca per voi al pc e digita così veloce sui tasti che non riuscite a vedere neppure le dita. Dopo qualche secondo, mentre siete sbalorditi per quello a cui state assistendo, vi consegna una lista di libri con l’indicazione dello scaffale in cui prelevarli. Insieme alla lista un oggetto di lana cardata.
Nei libri che prenderete in prestito e nell’oggetto di lana cardata troverete l’indicazione che cercate. Quella riflessione o quel pensiero che vi permetteranno di capire qual è la vostra spinta vera a ciò che volete cambiare donandovi un nuovo inizio e nuove energie.
Se trovate tutto ciò fantastico non potete che leggere il libro di Michiko Aoyama “Finché non aprirai quel libro”.
Chissà che anche questo libro non sia per voi ispirazione verso qualcosa di nuovo.
La storia di Tomoka, 21 anni. Commessa in un negozio di abbigliamento per signora.
“«E a te come va ultimamente, Tomoka?» A questo messaggio da parte di Saya le mie dita si sono fermate per un momento. «Niente di che» Quando ho digitato Mi, come prima opzione di completamento automatico è uscito Mi diverto, e così ho finito per inviarle quello. E dire che in realtà avevo intenzione di risponderle Mi annoio»”
La storia di Ryo, 35 anni. Contabile in un’azienda di mobili.
“«Si, ecco… ci sono dei libri su come avviare un’attività?»
«Avviare un’attività…» ha ripetuto la signora Komachi. «Si, intendo su come aprire un negozio» Quando le ho detto così è sembrata riflettere su qualcosa di estremamente serio, e io mi sono sentito un po’ in imbarazzo. Allora ho fatto un’altra richiesta «E poi qualcosa su un buon modo per licenziarsi da un’azienda…»”
La storia di Natsumi, 40 anni. Ex redattrice di un magazine.
“Da quando è nata mia figlia non faccio che trovarmi in strade senza uscita. Sono irritata per il fatto che non riesco a fare ciò che voglio, e penso che non è così che doveva essere. E’ vero che mia figlia è importantissima, ma crescere con un bambino si è rivelato molto più duro di quanto avessi immaginato.”
La storia di Hiroya, 30 anni. Disoccupato.
“Gli autori di manga sono davvero straordinari. Anche per me disegnare era divertente e sono andato pure ad una scuola di specializzazione. Ma ormai ho capito che fare della grafica il mio lavoro è impossibile. E qui mi stavo giustificando in maniera a dir poco misera del motivo della mia disoccupazione.”
La storia di Masao, 65 anni. Pensionato.
“L’ultimo giorno di settembre, in cui ho compiuto sessantacinque anni, è stato anche il mio ultimo giorno da impiegato in azienda. «Direttore, si riposi, mi raccomando». «Direttore, grazie di tutto». «Stia bene, direttore». Ho preso il mazzo di fiori e ho lasciato l’ufficio tra gli applausi e con una bella sensazione. Su quelle giornate è calato il sipario. Ho fissato l’edificio dell’azienda, ho fatto un inchino e poi gli ho girato le spalle. E adesso? Che cosa posso fare a partire da domattina?”