Dopo il coinvolgente thriller d’esordio “A bocca chiusa” Stefano Bonazzi pubblica il suo secondo romanzo “L’abbandonatrice” con Fernandel Editore. Lo presenta stasera all’OFF di Bologna.
Due romanzi molto diversi per genere e per trama, da un lato un thriller pieno di tensione dall’altro un romanzo sui problemi dell’adolescenza, che però hanno in comune la stessa voce forte con cui queste storie vengono raccontate con crudezza e realismo. Entrambi i libri parlano di temi che si fa fatica a digerire, raccontando il lato oscuro dell’essere umano, ma con un linguaggio neutro, non pesante o stucchevole.
“Sull’altro lato della strada, fra la pista ciclabile e le macchine parcheggiate, c’è un piccione riverso. Dev’essere appena successo, è difficile che resti qualcosa sull’asfalto dopo i lavaggi del mattino. Biciclette, piedi e ruote non l’hanno ancora travolto. Ha un aspetto integro. Non fosse per quel liquido che gli esce dall’occhio, si potrebbe pensare che stia semplicemente dormendo.”
Inizià così L’abbandonatrice, con l’immagine di un piccione riverso sull’asfalto, dall’aspetto integro ma con un liquido che gli esce dall’occhio. Questa scena rappresenta un pò i personaggi del libro che sono apparentemente integri ma con aspetti caratteriali che li destabilizzano nel profondo.
Davide Mirani, fotografo, apprende della morte di Sofia attraverso una telefonata che riceve da Londra. La stessa Sofia che, qualche anno prima, l’aveva aiutato a gestire un attacco di panico davanti ad un supermercato si è suicidata.
Sei “un soggetto instabile” gli aveva detto.
Sofia non è l’unica ad aver visto Davide attaccato ad un carrello della spesa in preda all’angoscia, perchè è così che Davide conosce Oscar, un pianista che diventerà suo compagno di casa e di vita. “Accade alle persone sensibili di avere l’animo frantumato” gli dice Oscar.
E tra questi tre animi fragili ma anche permeabili alla vita si snoda un intreccio in cui ognuno mettere completamente a nudo le proprie problematiche abbandonandosi all’altro inevitabilmente: Sofia è stata abbandonata dalla famiglia, Oscar è tossicodipendente e Davide si sente non accettato dagli affetti per via della sua omosessualità. E’ una storia di ricerca di senso e di appoggio reciproco tra i protagonisti che pur di non cadere cercano l’uno equilibrio nell’altro….
…e forse alla fine è proprio vero che ad appoggiarsi agli altri piuttosto che a se stessi si cade sempre (ma questo non lo dice Bonazzi questo lo dico io).
Qualunque sia la vostra personale chiave di lettura non perdetevi L’abbandonatrice!