Cosa succede se ci si ritrova in piena estate con un conto in rosso, la ragazza che ha scoperto una scappatella e si finisce fuori di casa (la sua ovviamente!)? Si potrebbe pensare che certamente andrà meglio, che “non può piovere per sempre” oppure che “dove si chiude una porta si apre un portone”. È quello che pensa anche Giulio Maspero protagonista del romanzo di Gianluca Morozzi: “Gli annientatori”. Ma le soluzioni facili o le fortune che calano dal cielo, si sa, possono spesso nascondere tetri ed inquietanti segreti.
È ambientato a Bologna il thriller di Gianluca Morozzi, edito da TEA edizioni, e il protagonista è uno scrittore con una spiccata passione per il gentil sesso.
Come lo stesso Morozzi ha detto nella presentazione del romanzo fatta alla Fiera del libro di Torino: “A volte sono pigro. Se devo scegliere dove ambientare un romanzo potrei farlo a Cuneo, a Canicattì oppure a Bologna. Ci penso e ripenso e poi mi dico ma sì dai a Bologna! Se devo scegliere la professione del mio personaggio potrei per esempio decidere che sia un esperto di muschi e licheni oppure anche semplicemente uno scrittore. Alla fine vince la pigrizia e scelgo lo scrittore”.
Pigrizia che non traspare nelle pagine del libro che scorrono veloci in un dischiudersi continuo di bivi ed eventi.
Tutta la trama è intrisa dell’ironia “morozziana” e molti sono gli aneddoti buffi e sentimentali che porteranno Giulio Maspero a vivere in una casa di fortuna senza accorgersi degli strani soggetti che la abitano e a trovare una logica giustificazione per qualunque suono sinistro si oda nell’abitazione. Il protagonista inconsapevole va verso uno svelamento di particolari e di dettagli che porteranno il lettore in un mondo che diventa sempre più cupo e sempre più noir fino al colpo di scena finale.
Quando le cose sono troppo facili, amici lettori, tocca farsi delle domande.
Perché aver trovato una casa in cui vivere gratis può non essere una fortuna? Perché gli inquilini si assomigliano tutti? Cosa sono quei rumori che provengono dall’appartamento al primo piano da tempo disabitato? Dove sono le piante che ci hanno detto di annaffiare in cambio dell’ospitalità? Nemmeno una pianta, nemmeno una!
“La mia vita era cambiata quel giorno: di fronte alle pagine di quell’Urania intitolato L’uomo in fuga, di un certo Richard Bachman, quello che avevo intorno, la spiaggia, il cielo azzurro, lo sciabordio delle onde, la bandiera bianca che autorizzava i bagnanti a tuffarsi, le ragazze in costumi invitanti, tutto ciò che mi circondava, insomma, era scomparso. C’eravamo soltanto io, le parole che divoravo in stato febbrile, i dialoghi, gli accadimenti e i colpi di scena. Quando avevo chiuso il libro, avevo chiaro in testa un proponimento preciso. Voglio farlo anch’io. Voglio scrivere una cosa così. Volevo scrivere come Richard Bachman.”
(Pensieri di Giulio Maspero – protagonista de “Gli Annientatori” di Gianluca Morozzi)
“Le altre abitazioni di via del Gorgo erano piccole, eleganti, a uno o due piani, con un’aria moderna, o quantomeno recente. L’oggetto della mia ricerca, al contrario, sembrava essere lì dal dopoguerra o ancora prima: un palazzo isolato, lontano da tutto, a dominare il fiume, intorno al quale dopo molti, moltissimi anni era sorta un’intera via, altre case, un parco per bambini. Lasciandola, comunque, separata dal resto della città. Più vicina al Reno che al resto di Bologna.”
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